Avola celebra il sisma che la distrusse nel 1693

Dopo il terremoto la città è risorta a pochi chilometri di distanza

  • Martedì 06 Gennaio 2015
  • Siracusa,
  • pagina 28

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la pianta esagonale di avola

Avola. A pochi giorni dall’anniversario del terremoto del 1693 che distrusse anche l’antica Avola, i riflettori si accendono sulla necessità di tutelare e valorizzare il patrimonio storico. Per questo, i “Peripatetici di Eloro”, un gruppo di cittadini che da anni si riunisce liberamente per riflettere e mettere in campo azioni di tutela e promozione del territorio, ha organizzato, per domenica prossima, una “camminata filosofica, letteraria e storica” con raduno, alle 9,30, in piazza Crispi, per poi spostarsi ad Avola Antica. Al termine, Don Giuseppe Di Rosa celebrerà una messa.
«Purtroppo, dopo 322 anni di distanza da quel tragico terremoto, manca ancora un piano serio sui beni culturali avolesi», dice Marco Urso del gruppo dei Peripatetici. «La politica di ieri e di oggi – prosegue Urso – ha fallito perché non ci ha minimamente pensato. E andrà sempre peggio se chi può ricercare i finanziamenti e i collegamenti tra gli Enti, non lo fa». In Sicilia, il disastroso terremoto del 9 e 11 gennaio 1693, colpì soprattutto il Val di Noto, cioè il territorio sud-orientale dell’Isola. Avola ha saputo risorgere con caparbietà dalle rovine del terremoto che la distrusse in buona parte. La città oggi vanta una nuova struttura urbanistica basata su di un sistema a croce di strade incastonato all’interno di un esagono, progettato da frate Angelo Italia. La struttura presenta la particolarità di avere una grande piazza quadrata centrale posta all’interno di una croce ideale alle cui estremità si posizionano altre piazze minori. Il nuovo sviluppo urbano fu realizzato partendo dal monte Aquilone, antico insediamento urbano raso al suolo dal terremoto, per poi invadere la piana e gli stabilimenti della tonnara presenti nella costa. La città fu ricostruita per volere del principe Nicolò Aragona Pignatelli, Duca di Terranova. Il terremoto del Val di Noto rappresenta, assieme a quello del 1908, l’evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale in tempi storici, con una “magnitudo momento” pari a 7,4. I Peripatetici, nell’ultimo periodo, si sono riuniti ben quattro volte per accendere i riflettori sulla storia di Avola, grazie al contributo e alla partecipazione del professore Paolo Magro, studioso di storia locale. Intellettuali e cittadini comuni hanno così puntato l’attenzione su siti archeologici, beni architettonici e monumentali da valorizzare e tutelare. Da ultimo la “fontana delle quattro tartarughe”, consegnata al degrado. «Questa Fontana – spiega Urso – opera dello scultore avolese Antonino Mangiagli, fu spostata dalla Villa Comunale e adesso giace in rovina in un piazzale chiuso della stazione ferroviaria. La fontana aveva quattro tartarughe scolpite, ma, purtroppo, solo una si è salvata».
Cenzina Salemi