Fontana delle tartarughe «Chi deve intervenire?»

SR1101-SR06-30

  • Domenica 11 Gennaio 2015
  • Siracusa,
  • pagina 30

le disastrose condizioni della fontana delle tartarughe

«Salviamo la fontana delle tartarughe». Lo chiedono cittadini e associazioni, specie dopo il crollo, nella notte di Capodanno, di un altro pezzo di storia della città: l’arco della vecchia tonnara di Mare Vecchio. Se nel caso dell’arco, però, a intervenire avrebbero dovute essere i proprietari, per quanto riguarda la fontana la vicenda è più complessa. Abbandonata da anni in uno spazio adiacente ai binari della stazione ferroviaria, la fontana dei primi del novecento, realizzata da Antonino Mangiagli, lo stesso che ideò la fontana dei tre leoni in piazza Vittorio Veneto, ricade in uno spazio di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Tra i primi a sollevare la questione è stato Marco Urso, che da anni si occupa di storia locale, insieme a Luca Caldarella e Salvo Rametta.
«È doveroso chiedersi – dicono – a chi apparteneva lo spazio in cui si trova tuttora la fontana delle quattro tartarughe. Alle Ferrovie dello Stato? E’ dunque competenza dello Stato intervenire per salvarla? La fontana originariamente si trovava nella villa Comunale e solo dopo fu spostata nel piazzale chiuso della Stazione. In ogni caso è certo che deve essere il pubblico ad intervenire. Dal regolamento per l’utilizzo delle zone pubbliche di proprietà delle Ferrovie dello Stato – precisano – si evince che nell’area ferroviaria rientrano i terreni appartenenti alle ferrovie, immobili inclusi, su cui si trova una stazione. Vengono definite zone pubbliche le parti delle proprietà delle ferrovie accessibili al pubblico. Sono considerate strutture pubblicitarie tutte le installazioni fisse che servono (direttamente o indirettamente) alla pubblicità, come ad esempio i posti per affissi. Sotto promozione vengono riunite tutte le attività temporanee che servono ad attivare le persone, in particolare ad accrescere il grado di notorietà o i risultati della vendita. Tra queste vi sono sia gli utilizzi commerciali che ideali. Negli utilizzi ideali vi sono tutte le attività per perseguono tra l’altro interessi politici, religiosi, umanitari, culturali o ecologici, escludendo qualsiasi utilizzo commerciale».
La stazione ferroviaria di Avola da qualche tempo è al centro dell’attenzione dei cittadini anche per lo stato di degrado in cui versa, nonostante giornalmente sia frequentata da decine di pendolari, soprattutto studenti. L’area è in stato di abbandono e la notte si trasforma in covo di ritrovo per tossici e alcolizzati. Alcuni angoli sono stati trasformati in vespasiani e le condizioni igieniche sono precarie. Ed è proprio qui che si trova la fontana delle tartarughe, ormai danneggiata e in cattivo stato: solo una delle quattro tartarughe scolpite ai bordi della vasca è rimasta indenne. L’assessore alla cultura, Giuseppe Morale, ha commentato: «Inoltreremo una richiesta formale alle ferrovie dello Stato affinchè si prendano dei provvedimenti per bonificare quest’area e per capire quale sarà il destino della stazione ferroviaria di Avola». A far discutere da anni anche il pessimo stato in cui versa l’arco settecentesco dell’Arena Moderno, a rischio crollo. In questo caso, a rendere difficoltoso l’intervento non è solo l’assenza di finanziamenti pubblici, ma anche il fatto che la proprietà del portico è riconducibile ad una decina di persone, alcune delle quali non più in vita.
Cenzina Salemi

11/01/2015