Il popolo è un bambino

Questa sera, in piazza Umberto I, nella centralissima piazza di Avola, i commercianti hanno sentito la necessità di riunirsi per discutere sul da fare. Aderire allo sciopero e ai blocchi a oltranza oppure riaprire le saracinesche?
Ennesima scena di populismo gratis per i cittadini avolesi. Giorni fa applausi a onorevoli che non dovevano comiziare, cose strane e sicuramente apartitiche e apolitiche! Il dubbio esistenziale dei commercianti è stato e continua a essere uno. E’ inutile che chiudiamo i negozi del centro se poi la gente va a fare la spesa nei grandi centri commerciali della zona – gridano i commercianti avolesi del centro. Tutti noi siamo commercianti – bella frase lanciata dei nostri commercianti. Abbiamo parlato prima di populismo. Si è parlato del problema del carburante, dei limoni siciliani, dei problemi dei braccianti, dei pescivendoli, dei disoccupati, degli studenti e di ogni altro lavoro. Lo stiamo facendo per i nostri figli, per la nostra bella Sicilia, per il popolo, semu o siccu, siamo stati abbandonati, nessun tg ne parla – i motti più in voga in questi giorni di blocchi e di contestazioni. La fierezza di essere siciliano.
Il popolo degli abusivi, dei lavoratori, dei commercianti questa sera voleva parlare, forse. E parla la nostra stessa lingua, il siciliano. In siciliano si arriva subito al nocciolo della questione. Quante volte ci capita di iniziare interminabili discussioni seduti semplicemente al bar? Questa sera la piazza Umberto I era il nostro bar all’aperto. Doveva esserlo.
Invece la solita scenetta. In pochi si accorgono che un lavoratore abusivo e che lavora saltuariamente e con difficoltà, uno dei primi che sicuramente sente la crisi. Lasciatelo parlare! Lasciatelo parlare! – gridano quei pochi in direzione del palco. Gli organizzatori fanno gli gnorri. Il popolo è un bambino. Devi sempre accudirlo e allevarlo con sano populismo. E questa è democrazia? – continuano a gridare chi ha gli occhi aperti. E l’abusivo viene trascinato sempre più indietro chi parlava. Le belle parole iniziavano a scarseggiare e poteva concludersi la riunione senza una chiara decisione. I centri commerciali dobbiamo bloccare! – retro marcia del commerciante che subito si corregge alla prima occhiata delle guardie presenti. Amu babbiàtu – se non è possibile farlo allora lasciamo liberi i commercianti di aprire oppure no. E Pilato si lavò le mani credendo nella democrazia per tutti. E Antonino veniva sempre più allontanato. Anzi deriso perché voleva parlare e dire la sua. In Francia ci hanno provato, hanno fatto rivoluzione. Ma in bagno non hanno usanza della più intima abluzione. Invece noi di italico aspetto meno propensi a protestare… – diceva una famosa canzone. Il popolo ama Barabba, non chi ha veramente bisogno. Il popolo aspetta i vari Barabba e pende dalle loro labbra. Ma lo stiamo facendo per il popolo!

(Per i furbetti: foto di Marco Urss)