Vivo come un cammello in una grondaia in questa illustre e onorata società! E ancora, sto aspettando, un'ottima occasione per acquistare un paio d'ali, e abbandonare il pianeta.

FORTI DUBBI SUL RIFACIMENTO LOGO DEL FRONTE DEMOCRATICO POPOLARE

FORTI DUBBI SUL RIFACIMENTO LOGO DEL FRONTE DEMOCRATICO POPOLARE

di Marco Urso

 

In merito alle mie presunte accuse di negligenza all’amministrazione comunale, o presunte polemiche per quanto fatto per il rifacimento moderno e totale del logo del Fronte Democratico Popolare risalente a un periodo storico ben preciso, tra le elezioni per la Costituente e almeno fino al 1952 quando la stessa coalizione cessò di esistere, ho da fare un paio di domande oltre a un paio di precisazioni.

PARTIAMO DALLE DOMANDE

Come mai si è voluto a tutti i costi preservare un solo logo del Fronde Democratico Popolare (volto di Garibaldi su stella) nonostante ve ne fossero ben tre chiaramente leggibili? Addirittura almeno uno dei due loghi distrutti era (ed è tuttora ) visibile su Google Maps! Com’è posibile che i tecnici abbiano fatto finta di non vedere? Se era in così pessimo stato non sarebbe stato, di certo, visibile su Google Maps (la cui risoluzione fotografia non è, notoriamente, delle migliori)?

Chi ha deciso che uno andava conservato e gli altri due distrutti?

Primo Logo del Fronte Democratico Popolare distrutto

Secondo logo del Fronte Democratico Popolare distrutto

Terzo logo del Fronte democratico Popolare, prima del rifacimento

Terzo logo del Fronte democratico popolare, dopo il rifacimento maldestro

Che altro dire del restauro della scritta “VOTATE PER / IL BLOCCO DEL POPOLO”, che in origine non presentava né le “O” così spigolose (come nel rifacimento) né questo nuovo forzato allineamento delle lettere che, invece, si toccavano tra loro.

Scritta del Blocco del Popolo: “Votate per il Blocco del Popolo”, prima del rifacimento

Scritta del Blocco del Popolo: “Votate per  Blocco del Popolo”, dopo il rifacimento

Come mai, nonostante avessi segnalato la presenza, con foto, sotto un finestrone di un paio di autografi, forse di scolari inquadrabili ai primi anni del novecento (DELL’ARTE COSIMO 19 – 01 – 915 e 1922 e CAPPELLO GIOVANNI 1922; vedi le foto in Avola: La memoria storica si scontra con le ristrutturazioni del 24 agosto 2015 in http://telegm24.it/avola-la-memoria-storica-si-scontra-con-le-ristrutturazioni) essi sono stati cancellati?

Scritta GIOVANNI CAPPELLO 1922, imbiancata e distrutta

Scritta DELL’ARTE COSIMO 1922, imbiancata e rimossa

Se non erro l’autografo del 1915 aveva più di cento anni!

Scritta DELL’ARTE COSIMO 19-1-915, imbiancata e rimosso

Come mai anche il bel gioco di parole forse realizzato da qualche scolaro del passato (sempre sotto un finestrone!) e che recitava “E L’AMORE È UN SOLLAZZO, PER FAR DIVERTIRE UN PAZZO”, è stato spennellato di bianco, quindi cancellato? Capisco che andava distrutto perché non presentava nessuna data…

Gioco di parole “E L’AMORE È UN SOLLAZZO, PER FAR DIVERTIRE UN PAZZO”, imbiancato

Per i ben tre M.S.I. (forse degli anni 70? Forse degli anni 80?) e per il “DC 3 LO CURZIO”, capisco che non erano così significativi da essere risparmiati anche se facenti parte della storia politica, culturale, aggregativa della nostra città e nazionale…

Una delle tre scritte dell’ M.S.I. (Movimento Sociale Italiano), tutti e tre rimossi

Scritta DC 3 LO CURZIO, tolta

 

ADESSO LE PRECISAZIONI

In merito al colore usato nel rifacimento con nuova vernice rossa che di fatto non si è avvicinata il più possibile all’originale, ho già segnalato quanto maldestro sia stato questo rifacimento, che ha coperto del tutto quanto creato sottilmente da un primitivo stencil, tra l’altro, come avevo già annunciato, una matrice tuttora esiste.

La matrice originaria non avrebbe potuto creare né ora né mai un logo con stella rossa riempita ma, semmai, un’immagine di Garibaldi in negativo (quindi bianca), con il solo cappello campito di rosso (giusto) e stella rossa in negativo (quindi non riempita di vernice rossa come nel rifacimento aggressivo). E infatti così si presentavano fino a prima del maldestro restauro. Presentavano, perché i loghi erano ben tre e non solo uno!
Ecco perché chi ha eseguito il “restauro” lo ha fatto malissimo, anche se voluto o assistito dallo spirito santo.

Poi, essendo loghi di propaganda spesso realizzati su muri pubblici, molto spesso anche in quelli privati, e in completa inosservanza degli spazi per la propaganda politica (ieri come oggi), la logica consiglia che impiegassero il minor tempo possibile per apporre la matrice sul muro, passare la vernice (rossa), creare il logo monocolore in negativo, per non essere né denunciati né quanto meno riconosciuti come trasgressori. Altra discussione è sostenere che il simbolo era tutto rosso perché era il logo politico di Comunisti e Socialisti. La vernice rossa era passata all’interno della matrice in velocità, come la logica ci consiglia, e con praticità, oltre che con economia (uso monocolore di vernice rossa).

Il simbolo invece depositato prima delle elezioni (costituente e tutte le altre elezioni fino al 1952) si presentava così: volto di Garibaldi bianco con cappello rosso (unico a essere riempito di rosso!) inscritto su stella verde (e non tutta campÌta di vernice rossa! Semmai andava lasciata in negativo, quindi con l’interno bianco).

Per questi motivi mi sembra strano che in un sopralluogo di persone con un certo spessore di studi non siano emerse tutte queste testimonianze, che ho nuovamente elencato e chiarito.
Ammetto che potevate pure chiedere un aiutino, lo avrei dato volentieri.

Ma dopo tutto, anche se (per assurdo, intendiamoci!) una Soprintendenza avesse dato il via libera alla scarnificazione di un muro statale e se nel medesimo muro vi si trovassero loghi alcuni valutati di valore altri (gli stessi!) no, da avolese e da tutore dei beni culturali della città, avrei avuto l’onere e l’onore di salvarli tutti.

Se ne salvo uno e gli alti due li distruggo, è naturale chiedere i criteri di questa scelta, che non possono nascondersi dietro a un parere di un tecnico o perché poco visibili o in pessimo stato.

Giovanni Urbani, direttore dell’Istituto centrale di Restauro dal 1973 al 1983, coglieva in pieno la criticità insita nell’affidamento di questi lavori a persone non di categoria, affermando che “grava il pregiudizio che si tratti di un mestiere assimilabile a quello dell’edilizia tradizionale, nel quale possono essere riciclati muratori, scalpellini e simili se non addirittura dei principianti”.

Sicuramente so per certo che io non avrei sicuramente toccato le firme del 1915 e del 1922, imbiancate.
In fine, come ho spesso annunciato e scritto, avrei preferito o un restauro non invasivo (del rifacimento che ci troviamo e che falsifica la storia, oltre al logo che con la stella rossa non è mai esistito né mai creato dalla matrice avolese) o lasciare tutto in “pessimo stato”, visibili tutti e tre chiaramente anche e ormai solo dalle foto in Google Maps.

Perché in fondo l’amore per la nostra città è un sollazzo, per far divertire un pazzo.

Precedente

Avola, Polemica sul restauro di uno stemma all’Istituto Bianca. Ma è stato deciso dalla Sovrintendenza

Successivo

Il tradizionale Cammino della Madonna delle Grazie da Avola ad Avola Antica

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén